oceano pacifico

oceano pacifico

domenica 5 gennaio 2014

Playlist #1 - Ventennale


Rigirando tra le mani “Ligthing Bolt”, ultimo lavoro dei Pearl Jam, mi sono accorto che è stato pubblicato a venti anni dalla giornata più lunga, quella in cui li ho visti per la prima volta live. Come dimenticare quel Sabato 3 Luglio 1993 a Verona?
Un luglio caldo, sì come tutti, e un lungo viaggio iniziato dal viterbese il venerdì pomeriggio. Rientro a casa con la mia Golf 3 nero lava (quanto ho amato quella macchina) e serata fino a tardi in discoteca perché si poteva essere rock pur andando in discoteca, perseguendo altri e meno nobili fini. Ore 4.30 del mattino la sveglia che suona come un martello pneumatico, dieci minuti e via, di nuovo fuori di casa. Buio pesto, Statale Adriatica deserta, la vodka che torna su. Si parte col regionale delle Ferrovie dello Stato per Bologna, si va a Verona a vedere gli U2 in una delle tappe del Zoo TV, il loro tour mondiale. Si stenta a contenere l’adrenalina e mancano ancora almeno 16 ore all’attacco degli irlandesi.
Dopo il cambio alla stazione di Bologna, che con quel suo orologio fermo dice più cose di quanto potrebbe un intero museo dedicato alla storia recente d’Italia, si raggiunge Verona e, rigorosamente a piedi, lo stadio.
Oltre 40.000 persone, da ogni angolo della nazione, una varietà di accenti e dialetti srotolati sull’asfalto del parcheggio. Ressa e sudore e poi si entra. Credo fossero le 18, quando i semisconosciuti Edward Vedder e compagni saltano sul palco. Maschera da diavolo in faccia, magliettaccia e bermuda: era l’onda da Seattle, era il grunge, ma solo pochi lo sapevano ancora.
Attacco con “Why go?”, “Jeremy” and “Even Flow”, poi getta la maschera da diavolo. Sotto una maschera da teschio. Oh, ma chi sono questi? Americani, in America sono già famosi. Si chiama Eddie Vedder. Cazzo sono forti, veramente forti.
Poi “Alive” che diventerà il loro più grande successo. “Son, she said, have I got a little story for you. What you thought was your daddy was nothin' but a...” la voce è profonda e potente, la chitarra ruvida,  la batteria secca e precisa. Ancora adesso, pure su YouTube (sic!) o in formato mp3, emoziona.
Ad un certo punto… stage diving! Questo è davvero un grande!!! Ha la stoffa del fuoriclasse... e le due chitarre e la batteria non scherzano per niente.
Quando chiudono con “Rockin’ in the free world” del vecchio zio Neil, tutti ci credono. E’ vero, non c’è dubbio, non è poi così difficile fare ripartire l’orologio di Bologna. Siamo più di quarantamila solo qui.
La tensione è alta quando partono le note di “Zoo Station” e si vede la sagoma di Bono in controluce. Lo stadio impazzisce, chi non lo ha mai provato non può capire. Non dimenticherò mai la vista degli spalti dal prato mentre The Edge suona il finale di “Pride”. MLK è un amico.
Poco dopo la mezzanotte i roadies già smontano il palco e lo ripongono nei TIR a forza di bicipiti e tatuaggi. Il muro di schermi di Zoo TV si sposta, per regalare un’altra notte di emozioni altrove.
“By thinking we’re infallible, we are tempting fate instead” canta oggi Vedder. “All good things come to an end”… sì Edoardo, è vero, ma sembrava non avere mai fine, quel 3 di Luglio. E in un certo senso non è ancora finito.
Come i Pearl Jam continuano a fare musica con la stessa passione, io il regionale delle 5.00 lo riprenderei domani stesso… lo sa bene chi mi ha regalato “Ligthning Bolt” pochi giorni fa, per il mio 42esimo compleanno.
PS cerco compagni di viaggio per Domenica 22 Giugno, Trieste…
 

3 commenti:

  1. Caro Ser, tentando di vincere le difficoltà tecnologiche, che mi costringono a riscrivere per la terza volta il commento al tuo post, concordo pienamente sul fatto che certe cose, se non le vivi, non le puoi comprendere appieno. E la musica è una di quelle forme d’arte che emoziona ciascuno in modo assolutamente diverso e personale. Leggendo il tuo post mi è tornato alla mente il 22 Maggio 1989. Immerso nella prova generale di matematica in vista dell’esame di maturità scientifica che si sarebbe tenuto da lì ad un mese e mezzo, verso le 11.00 mi alzo e consegno il compito, con circa un’ora di anticipo rispetto al termine della prova tra lo stupore generale. Con impazienza impacchetto le mie poche cose e guadagno l’uscita. La prof. mi chiede il motivo di tale fretta nel consegnare e mollare tutto con largo anticipo. Rispondo quasi seccato…oggi è il 22 Maggio! Devo andare a Livorno! Livorno? A fare che? Ma come a fare che? Stasera suonano i Pink Floyd, è il tour del rientro sulle scene ad anni dallo scioglimento…non serve aggiungere altro. Certo, Waters ha mollato il gruppo, “A momentary lapse of reason” non è certo all’altezza del repertorio storico della band, ma che diamine…l’occasione è comunque imperdibile, del resto non è colpa mia se sono nato con una quindicina d’anni di ritardo!!! Frank e Costa mi attendono davanti al portone del liceo con la Ritmo beige a metano in moto. Mi catapulto dentro e si parte verso la Toscana. A qualche km dal Pichi lasciamo l’auto e ci dirigiamo a piedi verso quello che sarà il luogo dell’Evento. Solita atmosfera da concerto, ma, appena risuona l’intro di “Shine on you crazy diamond” capisco che sarà una serata che rimarrà impressa per sempre nella mai mente e nel mio cuore. Il tempo vola tra i grandi classici ed i nuovi brani (di spessore ovviamente inferiore), lo show è al termine mentre io avrei voluto che la serata non finisse mai. Raggiungiamo l’auto, troppo stanchi per guidare, troppo studenti per un hotel. Si dorme in auto, non farà poi così freddo a Livorno a fine Maggio…clamoroso errore, l’umidità la sento ancora nelle ossa!!! Verso le 7 si parte, Costa alla guida, all’altezza di Bologna mi passa il volante. Ed eccomi qui…neopatentato da un mese, alla guida di una Ritmo beige a metano, stanco, infreddolito….eppure con un sorriso di gioia che riflette l’emozione, ancora oggi nitida, per aver vissuto tutto ciò. Certe cose, se non le vivi, non le puoi capire.

    RispondiElimina
  2. A proposito di stage diving: recentemente Morgan, il tormentato rocker di Sky, si è schiantato... frattura al setto nasale ricomposta con successo all'ospedale di Bari... fossi in lui mi ritirerei dalle scene...

    http://www.youtube.com/watch?v=DRhZj_eUMa8

    RispondiElimina
  3. Il povero Shelters sta tentando di pubblicare un commento, ma con esiti negativi. Che abbia sbattuto la testa come il buon Morgan?

    RispondiElimina

Grazie per il tuo commento.